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I'VE SEEN FILMS - INTERNATIONAL FILM FESTIVAL
Milano, dal 10 al 19 Ottobre 2012

I've Seen Films  

THE RUTGER HAUER STARFISH ASSOCIATION

Come inizio'

“Ottobre 2000.
Domenica scorsa ho preso un aereo da Provo a Grand Turk per fare alcune ricerche.
E’ ancora prestissimo. Incontro una signora molto in gamba che condivide con me la preoccupazione circa il virus dell’AIDS. Parliamo per qualche oretta, incontro i suoi tre bambini e nei momenti di silenzio posso pure godere dal balcone di una bellissima vista sull’oceano. Di sicuro, dopo questo incontro, mi si aprono gli occhi.
Mi rimane abbastanza tempo per fare un giro veloce dell’isola sul taxi più vecchio di Grand Turk. E pranzare in fretta in un hotel ancora più vecchio, in stile coloniale. Poi nuovamente all’aeroporto per tornare a Provo.
All’ingresso, un’anziana signora apparentemente ‘alticcia’ mi chiede se ho degli spiccioli o delle sigarette. Non ha proprio un bell’aspetto. Gli occhi incavati, la pelle sottile e tesa. Sembra sulla sessantina, ma con molta probabilità non ha più di quarant’anni. Riconosco la situazione. Una tossicodipendente. E sono anche sicuro che abbia l’AIDS. Molto probabilmente, data la piccola estensione di queste isole, tutti ne sono al corrente. Le dico di attendermi un attimo.
Mi avvicino ad una bancarella e chiedo alla commessa che cosa può darmi dal piccolo frigorifero accanto a lei.
Mi dice:
‘Le stava chiedendo soldi?’.
Rispondo: ‘Perchè me lo chiede?’.
E lei di rimando: ‘Non glieli dia, le serviranno solo a comprarsi droga’.
‘Che tipo di droga?’.
‘Beh, sa, quella....’
Non sono sicuro di sapere. Sicuramente non è marijuana. Potrebbe essere eroina, ma chi può permettersi un vizio talmente costoso in questo posto?
Compro due bibite, qualche pacchetto di sigarette e ritorno dalla signora. Le porgo il tutto e le stringo la mano. Rientrando, il check-in dura un’eternità. Quattro impiegate ci mettono tantissimo per assegnarmi un posto. Mi resta ancora qualche minuto prima dell’imbarco, per cui esco di nuovo per finire la mia bibita. C’è una giovane coppia seduta accanto a me. Splendenti nei loro abiti ‘della festa’. Probabilmente sono appena usciti dalla chiesa. Chissà. Mi guardano storto. Sembrano arrabbiati, hanno un sorriso di sprezzo sui loro volti. Lanciano occhiate anche alla signora la quale, seduta miseramente nel seggiolino di plastica, ora sta bevendo e fumando...
Non so se esista un dio, ma quel che mi viene in mente ora è una preghiera.
“Abbiate cura di questa isola, giovane coppia. E prendetevi cura di quella signora. Gente, abbiate cura di tutto questo. Qui c’è un enorme problema...”.
Rutger Hauer

Sì, ecco come è iniziato tutto, proprio mentre Rutger stava girando un film nelle isole Turks e Caicos (Indie Occidentali Britanniche). Queste isole sono perle meravigliose e poco popolate, nel mezzo del Mare dei Caraibi, a 575 miglia a sud di Miami e 100 miglia a nord della Repubblica Dominicana ed Haiti. La prima immagine che si offre al visitatore è quella di un ‘paradiso perduto’. Spiagge sabbiose e candide, acque di un azzurro limpidissimo, ed una delle più lunghe barriere coralline del mondo. Tartarughe marine, balene in migrazione, tanti delfini ed una varietà incredibile di uccelli rari. Nonchè un’infinità di stelle marine sul fondo dell’oceano.

Ma mentre si trovava là, Rutger scoprì anche che moltissime persone del posto sono affette da una malattia che continua a progredire senza tregua – l’AIDS. Visitando i luoghi nelle pause tra una ripresa e l’altra, iniziò a domandare agli abitanti quante persone affette dall’HIV conoscessero personalmente, e la loro reazione presto diventò per lui un incubo. Era sempre la stessa. Non rispondevano mai, proprio mai. Alzavano semplicemente una mano, mostrando in silenzio cinque dita. Niente parole. Un argomento tabù.

Rutger comprese velocemente che c’erano pochi aiuti disponibili e che la diffusione del virus era probabilmente ormai ad un livello incontrollato – anche a causa del costante ed inarrestabile flusso di immigrati da Haiti, che nei Caraibi è il paese con il più alto tasso di infezioni da HIV.

Percepì il dolore di quella popolazione e decise di aiutarla. Sarebbe mai riuscito a ‘fare la differenza’?

Si trovò così di fronte ai soliti problemi burocratici, che tendono a rallentare l’agire concreto nella battaglia contro questa piaga. Innazitutto, la mancanza di stanziamenti specifici per la prevenzione; poi, la riluttanza di una parte della società ad ammettere l’esistenza del problema a causa dell’impatto negativo che può avere sull’industria turistica e, non ultimo, il rifiutarsi di affrontare apertamente questa seria minaccia. A coronare tutto ciò, la mancanza di capacità organizzative particolarmente per quanto concerne le cure, la prevenzione e la conoscenza medica.
Barriere quasi insormontabili. Ma è proprio questa sfida che ha dato vita alla ‘Starfish’.

Ampliare gli orizzonti

La realtà dell’AIDS è ormai diffusa su tutto il pianeta. Dalla Cina alla Russia, al Brasile, all’Africa, coinvolgendo anche gli sforzi di Clinton e Mandela, per citarne due.

La ‘Starfish’ aiuta i bambini e le donne in gravidanza affette dall’ HIV: le donne ed i bambini sono le spalle su cui si appoggerà la società futura. Così tanto da fare, con così poco tempo rimasto. E sotto tali devastanti auspici.

Mentre negli ultimi anni sono stati raggiunti notevoli risultati nello sviluppo di farmaci mirati, siamo ancora terribilmente mortificati dalla vastità di questa pandemia.
La ‘Starfish’ sta crescendo e dispiegando le proprie ali. Rutger è continuamente in viaggio. Quindi ha deciso di allargare i nostri orizzonti e tentare di portare un po’ d’aiuto ove possibile. La sede principale della Rutger Hauer Starfish Association si trova in Italia, nella citta di Asti.

‘Starfish’ continua a puntare sulla sensibilizzazione sociale ed a organizzare eventi per raccogliere fondi. Alcune di queste manifestazioni hanno avuto luogo a Stoccolma (Svezia), a Berlino (Germania), a New York (con un evento che ha riscontrato molto consenso al Madison Square Garden), ad Amsterdam (Paesi Bassi), a Castellarquato (Italia), a Milton Keynes e Manchester (Regno Unito), ecc.

’Starfish’ chiama a raccolta tutti i filmmakes per aiutare a far luce sulle tematiche dell’AIDS.

Le persone affette da questa malattia hanno bisogno di aiuto. ADESSO. Ed anche un piccolissimo gesto può fare un’enorme differenza